E’ notte fonda. Scrivo da un hotel vicino all’aeroporto di Francoforte. Il mio volo per Firenze di questo pomeriggio è stato cancellato, così Lufthansa mi ospita fino a domattina, quando mi rimetterà sul primo volo.
Per Bologna.
Due giorni fa, stessa storia. Da Firenze non si partiva, così Lufthansa ci ha portati tutti a Bologna in bus.
Sì, perché a Firenze e in tutta la Piana c’è nebbia. Da giorni. La cattiva notizia è che durerà ancora. Quella pessima è che non è nebbia.
E’ smog.
Oltre l’aspetto fotogenico, molto apprezzato su Facebook, la coltre bianca che ci sommerge è la prova evidente di quello che Piana Sana denuncia da sempre: siamo già ora una camera a gas. La nostra situazione ambientale è già ora insostenibile.
Le centraline di ARPAT, accuratamente disposte in modo da rilevare il meno possibile, danno jackpot da un mese.
A Firenze ha sfiorato il limite addirittura quella nel giardino di Boboli. Perfino il Corriere Fiorentino, la voce del padrone, parla di emergenza nel resto della Piana. Possiamo solo immaginare che numeri vomiterebbe una centralina a Sesto, Campi o Calenzano. Quella di Signa, accanto a una scuola elementare, ha sforato una ventina di volte. A Prato si è passato ogni limite. A Montale, dov’è l’inceneritore, la soglia delle nanopolveri è stata superata per ventisei giorni di fila.
Sconfortante la risposta della neo-Direttora di ARPAT, Maria Sargentini, a chi, come noi, chiede più centraline: è inutile metterle, tanto i politici non fanno nulla.
Il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, le ha dato di fannullona, ma intanto si era messo d’accordo con la Regione per rimandare ogni provvedimento all’anno nuovo, quando il conto degli sforamenti si riazzera (come se si ripulissero anche i polmoni).
La sua assessora all’Ambiente, Alessia Bettini, se la prende col clima e rassicura i fiorentini che ci saranno decisioni drastiche: via le euro 1 dal centro e giù il riscaldamento (qualcuno le spieghi che finora ha fatto caldo). Se poi questi rimedi non funzioneranno, potrebbero esserci misure ancora più draconiane, forse addirittura il blocco dei mezzi pesanti in città. Secondo il Corriere, è “improbabile invece il ricorso a soluzioni scelte in passato, come le targhe alterne o le domeniche a piedi, che non sembrano gradite agli attuali timonieri di Palazzo Vecchio”.
Per buona giunta, i rimedi del Presidente Rossi prevedono “interventi strutturali, politiche in grado di modificare e razionalizzare il modello di sviluppo e le abitudini di consumo”, tra cui ridurre e vietare barbecue e falò.
Insomma, i nostri amministratori continuano a dare la colpa al tempo e ad applicare pannicelli caldi, aspettando che piova. I giornalisti continuano a non fare domande scomode.
Per esempio:
1 – come la metteremo con il nuovo inceneritore a Campi Bisenzio?
2 – come la metteremo con il nuovo aeroporto a Sesto?
E, soprattutto:
3 – l’ARPAT, cosa la paghiamo a fare?
Ma la domanda delle cento pistole la farò io a Lufthansa, nella richiesta di rimborso che invierò domani: cosa ci volate a fare a Peretola, che poi vi tocca pagare alberghi, cene, indennizzi e transfer da/per Bologna (che ora è a 45 minuti lisci come l’olio da Firenze)?
#abbidubbi, presidente Eurnekian.