Dopo vari tentativi AdF ha trovato la soluzione.
Nella lotta tra Autostrada e Fosso Reale la prima ha prevalso e il corso d’acqua, si dovrà piegare e scendere sotto di essa, nel nuovo percorso dopo la deviazione dovuta alla presenza dell’aeroporto di Firenze.
In poche parole sarà “tombato”; sarà ridotto a sei o sette grosse tubature sepolte per un centinaio di metri nell’attraversamento sotto le corsie autostradali che subiranno solo un modesto rialzamento, invece del completo rifacimento di un lungo tratto necessario per superare il dislivello previsto in caso di nuovo ponte rialzato di 6 metri sopra gli argini.
Quindi niente costosi lavori e niente nuovo ponte. Niente improbabili percorsi del Fosso Reale deviato per farlo ritornare all’attuale ponte.
La soluzione trovata è quella di considerare un imponente corso d’acqua alla stregua di un fossetto che, all’incrocio con una strada, si può far passare sotto o che addirittura si può coprire per tratti più o meno lunghi, con effetti sempre negativi sull’efficacia della regimentazione delle acque.
Un altra tessera del puzzle sembra essere andata a posto con la forza.
Quali sono le conseguenze? Che il Fosso Reale strozzato sottoterra non potrà più garantire, in ogni condizione, lo smaltimento delle acque alte provenienti dai monti alle spalle di Sesto Fiorentino.
L’attraversamento dell’autostrada avverrà “in pressione”, ben al di sotto della quota di massima piena data dagli argini: nei momenti di crisi idraulica nessuno può escludere che si crei un permanente ostacolo al deflusso. E allora ecco due belle e vaste casse di espansione, altri ettari di territorio consumato, ma soprattutto tanti dubbi sulle possibili conseguenze relative al rischio idraulico.
Possiamo solo sperare nei controlli e nella competenza dei tecnici del Consorzio di Bonifica che, è bene ricordarlo, da anni afferma che gli studi fin ora condotti non “non autorizzano nessuno, dal punto di vista idraulico, a parlare di fattibilità”.